Forza Italia sbatte la porta. Il gruppo abbandona l’Aula, mentre il Consiglio Regionale si appresta a discutere il ddl sulle "aree idonee" per gli impianti di energia rinnovabile. Le parole del capogruppo Angelo Cocciu suonano come un monito: "Nessuna complicità. Chi crede che la Sardegna sia il terreno di gioco delle multinazionali energetiche si sbaglia di grosso". I consiglieri di Forza Italia non presentano emendamenti, scelgono l’uscita di scena come gesto netto di rifiuto. Per loro, l’unica legge possibile è la "Pratobello 24", quella che difende il territorio da chi cerca solo profitto.
E come se non bastasse, la riunione si apre con un colpo di scena: il presidente del Consiglio Regionale, Piero Comandini, annuncia di aver ricevuto diffide formali da Sardegna Green Energy e RWE Renewables Italia. Questi giganti chiedono di bloccare il voto sul ddl fino al parere del Consiglio di Stato.
"Nessuno minaccerà la nostra libertà di legiferare," ribatte Comandini con tono fermo. "Non accettiamo pressioni: questa Aula è qui per servire i sardi, non gli interessi esterni."
Dietro le parole, il conflitto. Da una parte, chi vede il ddl come una necessità per la transizione energetica; dall'altra, chi teme l'ennesima svendita di una terra già spremuta fino all’osso. C’è chi si domanda: “Siamo destinati a diventare il parco energetico d’Italia?”. La questione delle “aree idonee” non è solo un dibattito su pannelli solari e pale eoliche, ma un nodo centrale per l’autonomia dell’isola, una decisione che potrebbe influire sul futuro di intere comunità.
Per ora, il Consiglio è fermo, i gruppi si riuniscono in un’ulteriore conferenza dei capigruppo. Ma le posizioni appaiono già chiare: nessuna concessione alle multinazionali, nessuna intromissione nelle scelte dei sardi.