Doveva essere la nuova sede temporanea del Consiglio comunale, in attesa dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Civico di via Columbano, e invece Villa Maria Pia è diventata terreno di scontro politico ancor prima di ospitare la prima seduta consiliare. A scatenare il dibattito è la decisione di aprire la struttura con un evento organizzato dall’associazione Maestrale, guidata dall’ex sindaco Mario Bruno, e patrocinato dall’Amministrazione comunale. Un appuntamento, quello di lunedì 24 marzo, dedicato alla nascita della Città Metropolitana di Sassari, ma che, secondo le opposizioni, ha il sapore di una vera e propria passerella politica per il centrosinistra. La delibera della Giunta, risalente a dicembre, ha individuato Villa Maria Pia come sede provvisoria del Consiglio comunale, della Presidenza del Consiglio, della Sala Consiliare e della Sala di Rappresentanza. Un passaggio necessario per garantire la continuità amministrativa durante il restauro del Palazzo Civico. Parallelamente, l’esecutivo ha approvato anche un altro intervento significativo: la riqualificazione dei locali dell’ex Mattatoio comunale, in via Michelangelo, per destinarli a nuovi uffici. Il costo previsto dell’operazione ammonta a 780mila euro, con l’obiettivo di ottimizzare gli spazi e migliorare l’efficienza della macchina amministrativa.
La prima occasione di utilizzo di Villa Maria Pia, però, non sarà legata all’attività istituzionale del Consiglio, bensì all’incontro-dibattito promosso dall’associazione Maestrale, che vedrà la partecipazione di diversi esponenti politici regionali e locali. Un programma che prevede gli interventi del Vicepresidente della Regione, Giuseppe Meloni, dell’Assessore agli Enti Locali, Francesco Spanedda, del Sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, e di altri rappresentanti istituzionali. A scagliarsi contro questa scelta sono stati Fratelli d’Italia e Lega, che vedono nell’evento una strumentalizzazione degli spazi pubblici a vantaggio del Partito Democratico. Alessandro Cocco, capogruppo di Fratelli d’Italia, denuncia: “L’amministrazione Cacciotto continua a trattare gli spazi pubblici come proprietà privata del PD. Villa Maria Pia, appena ristrutturata con soldi pubblici, viene inaugurata con un evento organizzato dall’associazione ‘Maestrale’ dell’ex sindaco Mario Bruno, il vero regista occulto di questa maggioranza.”
Per l’esponente di FdI, questa non è che l’ennesima occupazione istituzionale da parte del centrosinistra, una strategia che secondo lui ripercorre le logiche di potere già viste in passato, con la figura di Mario Bruno che torna ad avere un ruolo di primo piano dietro le quinte. Sulla stessa linea il consigliere della Lega, Michele Pais, che parla di “atto di prevaricazione”: “È alquanto singolare che il primo evento di riapertura di Villa Maria Pia non sia il Consiglio comunale – che avrebbe sancito l’ufficialità della nuova sede – ma un incontro di un’associazione privata riferibile a Mario Bruno. È lecito chiedersi quale iter di richiesta sia stato adottato e perché neanche i consiglieri comunali fossero a conoscenza della disponibilità della sala.”
Pais annuncia un’interrogazione formale per chiarire l’iter autorizzativo e chiede conto delle modalità con cui è stata concessa la struttura. L’accusa dell’esponente leghista è chiara: la scelta di non aprire Villa Maria Pia con un evento istituzionale, come ad esempio una seduta del Consiglio, sarebbe la prova di un’amministrazione che segue dinamiche interne al centrosinistra, senza garantire equità di accesso agli spazi pubblici. Al momento, il sindaco Raimondo Cacciotto non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla questione. Tuttavia, l’opposizione incalza:
- Chi ha concesso formalmente la struttura all’Associazione Maestrale?
- Perché non è stata data comunicazione ai consiglieri comunali e ai cittadini della disponibilità della sala?
- Quali criteri verranno adottati per garantire parità di accesso agli spazi pubblici?
Domande a cui il primo cittadino sarà chiamato a rispondere nei prossimi giorni, soprattutto in vista dell’interrogazione annunciata dalla Lega. Questa vicenda non si esaurirà con l’evento del 24 marzo, ma rischia di diventare un caso politico più ampio sulla gestione degli spazi pubblici e sulla trasparenza delle scelte amministrative. Per il centrodestra, la battaglia è chiara: Villa Maria Pia è un luogo istituzionale e non può essere utilizzato per iniziative politiche di una parte sola. Resta da vedere se, dopo questa accusa, l’amministrazione Cacciotto adotterà misure per garantire una maggiore trasparenza e parità di accesso, o se continuerà a difendere la legittimità dell’evento come iniziativa pubblica e apartitica. Nel frattempo, l’opposizione rilancia: “Chi taglierà il nastro dell’inaugurazione?”, visto che – secondo loro – non sarà certo il Sindaco.