Nel tessuto colorato delle leggende sarde, si cela la figura enigmatica di Taddinanta, un personaggio che si aggira tra le nebbie del quasi mitologico e del riso contagioso tipico dell'isola. Questo curioso personaggio si è fatto carico di una missione peculiare, movimentata da una curiosità senza limiti e dal desiderio di svelare il motivo di una bizzarra amnesia collettiva: perché nessuno ricorda il nome "Taddinanta"?
Con il tormentone "Taddinanta a quello?", questo eroe dell'umorismo sardo solcava le strade, confrontandosi con l'attonito sguardo dei passanti, spesso sopraffatti da un'improvvisa "tesinanto" – uno stato di sorpresa e disorientamento.
L'imperturbabile Taddinanta, tuttavia, si scontrava con la risposta tipica dell'isola: "Abbia pazienza, non posso ricordare tutti i Taddinanta delle persone che incontro".
E qui si annida la magia: Taddinanta non è solo protagonista di una fiaba moderna ma incarna la sapienza dialettale sarda, dove il gioco di parole si mescola alla satira per dare vita a riflessioni profonde sull'identità e sulla memoria collettiva. In questa vicenda, Taddinanta e la sua incessante "tasinanta" simboleggiano la lotta contro l'oblio e l'anonimato, in un mondo che sembra girare sempre più velocemente, dimenticando di ricordare.
In Sardegna, "T asinanta" non indica semplicemente un oggetto non identificato ma evoca il tutto e il niente, con variazioni che vanno da "Odale" a "S’Itelinàna", tutte espressioni per definire "quel coso" che sfugge alla mente. E quando si arriva al punto di chiedere "Passami su tasinanta", il vero sardo sa che il contesto è tutto. "Taddinanta" si trasforma, diventa un nome, un luogo, e "tasinantai" (il verbo) ci ricorda che a volte anche il semplice atto di chiamare o nominare può essere un'avventura linguistica.
Per chi non è cresciuto tra le rocce e il mare della Sardegna, afferrare questi concetti può sembrare un'impresa, ma è proprio qui che si annida il cuore dell'umorismo isolano: la capacità di intendersi oltre il significato letterale delle parole, in un gioco intellettuale che arricchisce la cultura e il linguaggio di questo popolo fiero e allegro.
Quindi, cari lettori, la prossima volta che vi troverete a chiedere "Taddinanta a quello?" e riceverete uno sguardo perplesso, sappiate che state partecipando a un antico rituale sardo, un tuffo nell'essenza stessa dell'humor che ha attraversato i secoli. E ricordate: in Sardegna, anche quando dimentichiamo, in qualche modo ricordiamo sempre.