La pasta alla carbonara è uno dei piatti simbolo della cucina italiana, in particolare di quella romana. Anche se molti pensano si tratti di una ricetta antica, le sue origini sono in realtà piuttosto recenti e risalgono alla metà del Novecento.
La teoria più diffusa fa risalire la nascita della carbonara al 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo, i soldati americani presenti a Roma portavano con sé razioni di cibo contenenti uova in polvere e bacon. I cuochi italiani, partendo da questi ingredienti, li adattarono usando prodotti locali: guanciale al posto del bacon e pecorino romano al posto dei formaggi americani. Così nacque un piatto semplice ma gustoso, che conquistò rapidamente il palato di molti.
Il nome “carbonara” potrebbe derivare dai carbonai (i lavoratori del carbone), che cucinavano pasti nutrienti con ingredienti facili da conservare. Un'altra ipotesi lega il nome al pepe nero, abbondante nel piatto, che ricorda proprio la polvere di carbone.
La ricetta tradizionale prevede l’uso di pasta secca (spaghetti o rigatoni), guanciale, uova, pecorino romano e pepe nero. La cremosità del condimento si ottiene mescolando i tuorli con il grasso del guanciale, senza aggiunta di panna o altri ingredienti. Infatti, l’aggiunta di panna, cipolla, aglio o pancetta è comune in alcune versioni internazionali, ma è vista come un’alterazione della ricetta originale.
Dal 2017, il 6 aprile si celebra il Carbonara Day, una giornata dedicata a questo piatto diventato un vero e proprio simbolo della cucina italiana nel mondo. È un’occasione per raccontarne la storia, discutere le varianti e condividere ricette, sempre nel rispetto delle sue origini.