Piatti a s'Antiga: Mustatzous di Oristano

  INGREDIENTI per circa 50 mostaccioli (circa 700 g di prodotto) ·1 kg di farina; ·1 kg di zucchero semolato; ·scorza grattugiata di 2 limoni; ·1 cucchiaino e mezzo di bicarbonato; ·mezzo cucchiaio di cannella; ·lievito madre; ·acqua q.b.

  PREPARAZIONE Si predispone un impasto a base di farina, acqua calda e “lievito madre” (che le massaie conservano di settimana in settimana tra una panificazione e l'altra). Il peso complessivo del composto di farina e lievito dev'essere pari a mezzo chilo. Si mescola il tutto dentro una ciotola sino all'ottenimento di una pastella abbastanza densa, che verrà lasciata riposare dentro lo stesso recipiente, coperto con un panno piuttosto spesso sino al giorno successivo. Trascorso il tempo necessario, si mescolano a parte mezzo chilo di farina, lo zucchero, la scorza grattugiata dei limoni e la cannella. Una volta mischiati questi ingredienti, li si incorpora nell'impasto lievitato predisposto il giorno prima, poco alla volta, rimestando continuamente il conglomerato con una spatola di legno. 

  A questo punto, si lascia riposare il tutto per 12 giorni circa, al termine dei quali è necessario aggiungere all'impasto due cucchiai di acqua calda per ammorbidire la crosta che si crea sopra la pasta, integrandovi, inoltre, il bicarbonato. Oggidì le forme di legno per la modellazione dei mustatzous non sono più reperibili in commercio. Esistono due soluzioni. La prima consiste nell'utilizzo di uno stampo artigianale; in questo caso si spicca un po' di impasto e, creata con essa una pagnottella, dopo averla passata nella farina, si dispone dentro lo stampo, precedentemente infarinato al fine di evitare che il composto, piuttosto appiccicoso vi si attacchi. Si pressa per bene la pasta dentro lo stampo, in maniera che ne assuma la forma. Non resta che ribaltarlo con decisione in modo che fuoriesca il mostacciolo. In alternativa a questo tipo di stampo è possibile utilizzare un rombo di legno da poggiare sull'impasto precedentemente steso e livellato. Con una rotella tagliapasta si incide il contorno della forma (precedentemente infarinata) ottenendo così una losanga di pasta. A questo punto si foderano le teglie con la carta forno, le si infarina e vi si dispongono sopra i mustatzous che dovranno cuocere a 250°, sino a quando i dolci non assumono la caratteristica colorazione bionda. Soprattutto per chi non è esperto nella preparazione di questo dolce è consigliabile fare una cottura di prova con uno o pochi altri mustatzous.

  La presenza di piccole spaccature nel mostacciolo non è da considerarsi un difetto, ma anzi, sarà indice di una buona realizzazione dell'impasto. Qualora ciò non avvenisse, occorrerà aggiungere all'impasto ulteriore zucchero. Se, inoltre, durante la cottura il mostacciolo si dovesse “allargare”, si potrà ovviare all'inconveniente “correggendo” l'impasto con l'aggiunta di un po' di farina. Una volta sfornati e lasciati freddare, occorre spolverarli con un pennello, sì da eliminare la farina depositatasi sulla superficie. Si procede, infine, alla preparazione di una glassa calda, con cui spennellare la superficie del dolce. Lo sciroppo si asciugherà in pochi minuti esitando in una leggera e irregolare copertura zuccherosa. Sono i dolci tipici di Oristano. Sembra che le origini dei mustazous siano da ricercare nel secolo XVI, durante la presenza spagnola in Sardegna, anche se non si sono trovate prove documentali. Al riguardo si tramanda la leggenda che il panettiere di una nave spagnola, mentre preparava il pane, avesse fatto cadere per terra, inavvertitamente, a causa del rollio della nave, farina e zucchero, che utilizzò poi con l'aggiunta di cannella e altre spezie, ottenendo un impasto scuro con cui preparò i primi mostaccioli. Ancora oggi los mostachones sono dolci tipici di Utrera, città spagnola dell'Andalusia in provincia di Siviglia, anche se con una ricetta diversa, perché manca il lievito, presente nei mostaccioli oristanesi. Nella tradizione oristanese.

Curiosità

Betty Boop: la Pin-Up che conquistò gli anni 30'
  Enormi occhi sognanti, un sorriso sfacciatamente seducente e un carisma travolgente: Betty Boop è stata un’icona indimenticabile dell’animazione degli anni ’30. Creata da Max Fleischer, questa provocante protagonista dei cartoni animati nacque ispirandosi a una figura reale, la cantante Helen Kane, celebre negli anni ’20 per il suo stile viv...

Quanti giorni mancano a Natale?
  La storia del Calendario dell'Avvento inizia con il piccolo Gerhard Lang, un bambino tedesco nato alla fine dell’Ottocento, che attendeva con impazienza il Natale. Ogni giorno domandava alla madre: “Quanto manca a Natale?”. Per rendere l’attesa più sopportabile, la madre di Gerhard escogitò una soluzione: preparò 24 biscotti, e mise ognuno d...

La Bora: il vento più violento d’Italia e la furia del Mediterraneo
  La Bora, il vento più potente del Mediterraneo, sferza con violenza il Golfo di Trieste, raggiungendo i confini dell'Albania. Si tratta di un fenomeno atmosferico di estrema intensità: raffiche che spesso superano i 130 km/h e che, in casi eccezionali, come nel 2010 a Trieste, hanno toccato i 188 km/h. Questo vento è definito "catabatico", p...

Piatti a s'antiga: Sa Merca
IngredientiMuggini locali di media grandezza (450 gr)Sale (fino a 200 gr/l d’acqua, in base alla durata di conservazione)Erbe palustri locali, “Sa Ziba” (Salicornia)PreparazionePer preparare Sa Merca, un piatto dalla storia antica e dalla tecnica di conservazione u...

Le parole e le radici: "Coraggio" – Il cuore che guida
  Coraggio. È una parola che porta con sé immagini di eroi, di sfide affrontate, di forza d’animo. Ma se andiamo alle origini, scopriamo un significato più intimo e profondo, che si collega direttamente alla nostra capacità di agire seguendo ciò che sentiamo davvero. "Coraggio" deriva infatti dal latino cor, che significa "cuore".

Andrea Doria: il miracolo italiano che riposa negli abissi
  L’Andrea Doria, chiamata così in onore del grande ammiraglio genovese, rappresentava l’orgoglio e l’ingegno dell’Italia del dopoguerra. Varata nel 1951, questa meraviglia del mare, lunga 210 metri e capace di raggiungere i 26 nodi, era un simbolo di eleganza e tecnologia avanzata. Con interni decorati da artisti italiani, sculture e arredi p...

Il collezionismo: una passione che profuma di passato
  Esiste qualcosa di profondamente umano nel raccogliere, nel proteggere piccoli frammenti del mondo e riunirli in un insieme che ha senso solo per chi li custodisce. Il collezionismo abbraccia oltre tremila anni di storia e, come tutte le passioni che hanno accompagnato l’uomo, si evolve e si trasforma, ma non smette mai di affascinare. Da...

San Saturnino e la sua storia
  Il nome deriva da Santu Sadurru o Santu Saturninu. E’ festeggiato a Cagliari il 30 ottobre e a Isili il 27 agosto. Secondo Pasquale Tola (1837-1838) Saturnino nacque a Cagliari da genitori cristiani, era figlio unico, educato nel culto del vero Dio, e nonostante fosse giovanissimo si dimostrò nemico degli idoli e delle superstiziose pratich...