Mancano poco all’inizio della stagione balneare, ma la Regione Sardegna non ha ancora approvato gli Indirizzi Operativi 2025, lo strumento tecnico-amministrativo indispensabile per regolare l’accesso e la gestione delle spiagge, il controllo della qualità delle acque e la sicurezza dei bagnanti. Un ritardo che preoccupa Comuni, operatori turistici, ARPAS e autorità sanitarie, e che rischia di compromettere la partenza ordinata di una stagione cruciale per l’economia isolana. Gli Indirizzi Operativi sono un documento emanato annualmente dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, che fissa regole, tempi e responsabilità per tutto ciò che riguarda la stagione balneare: dalla data di apertura ufficiale delle spiagge (generalmente il 1° maggio) fino ai criteri di controllo e vigilanza sui litorali.
In particolare:
- autorizzano e regolano le ordinanze dei Comuni costieri per l’utilizzo del demanio marittimo;
- stabiliscono le procedure con cui l’ARPAS (Agenzia regionale per l’ambiente) effettua il monitoraggio della qualità delle acque di balneazione, base giuridica per dichiarare un tratto di costa “balneabile” o meno;
- attribuiscono compiti e obblighi ai Comuni, alle ASL, alle Capitanerie di porto e agli operatori balneari;
- garantiscono la presenza di informazione pubblica trasparente, tramite cartellonistica e aggiornamenti online, sulle condizioni sanitarie delle acque.
Senza questi indirizzi, i Comuni non possono programmare né adottare formalmente le ordinanze per l’organizzazione dei servizi estivi, dai bagnini alla pulizia delle spiagge, fino ai protocolli in caso di inquinamento. Nel 2024, la Delibera della Giunta n. 9/18 fu approvata il 15 febbraio, e pubblicata tempestivamente sul sito istituzionale. Era stata predisposta dall’allora Assessorato alla Sanità, in un contesto di continuità amministrativa. Oggi, a seguito dell’avvicendamento politico successivo alle elezioni regionali del febbraio 2024, la competenza è passata all’Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, attualmente guidato dalla nuova Giunta Todde. Ma a fine marzo 2025, a differenza degli anni precedenti, non esiste ancora alcuna delibera pubblica. Nessun testo ufficiale appare nel portale delle delibere regionali, né nella sezione tematica dedicata alla balneazione.
I primi a soffrire questa incertezza sono i Comuni costieri, chiamati a organizzare i servizi stagionali, molti dei quali già in difficoltà per carenza di personale e risorse. In assenza di indirizzi regionali, le amministrazioni non possono emettere atti validi in materia di sorveglianza, accessibilità, regolamentazione delle concessioni e fruizione degli arenili. A cascata, anche l’ARPAS rischia di trovarsi in difficoltà: senza il via libera formale agli interventi di sorveglianza, non può partire con i prelievi periodici delle acque, previsti dal decreto legislativo 116/2008. E senza dati, non è possibile informare i cittadini sullo stato sanitario delle coste. Infine, ne pagano le conseguenze gli operatori turistici, che investono in un calendario di aperture vincolato a regole certe, e soprattutto i cittadini e i turisti, privati di un diritto basilare: quello di conoscere con chiarezza e tempestività lo stato delle acque in cui si immergeranno.
Il ritardo non ha ancora una spiegazione ufficiale. Nessuna comunicazione pubblica è stata fornita dalla Regione. Si tratta di una semplice dimenticanza, di un ritardo tecnico, o vi è l’intenzione di modificare sensibilmente le regole per il 2025? Qualunque sia la risposta, è urgente che l’assessore competente e la Giunta chiariscano i tempi e le intenzioni. La Sardegna non può permettersi zone grigie proprio ora che il comparto turistico cerca di consolidare il recupero dopo anni difficili. Le spiagge dell’isola, patrimonio naturalistico e motore economico, non possono essere lasciate senza guida a ridosso della stagione. La pubblicazione degli Indirizzi Operativi non è un atto formale, ma il presupposto fondamentale per garantire sicurezza, trasparenza e coordinamento tra enti pubblici e privati. La Regione Sardegna è chiamata a intervenire subito. Ogni giorno di ritardo è un rischio in più sulle spalle di chi lavora per offrire servizi efficienti e su quelle di chi, tra pochi giorni, chiederà solo di godersi il mare con serenità.