Felice I (Roma, ... – Roma, 30 dicembre 274) è stato il 26º papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa dal 5 gennaio 269 al 30 dicembre 274.
San Felice I rappresenta una figura storica complessa nel panorama dei primi pontefici della Chiesa cattolica, il cui pontificato si svolse durante il periodo dell'Impero Romano sotto Aureliano. Le fonti storiche ci restituiscono l'immagine di un papa di origine romana che guidò la Chiesa in un periodo di consolidamento, occupandosi di questioni liturgiche e dottrinali. Nonostante la brevità del suo pontificato (269-274 d.C.), la sua figura è avvolta in alcune controversie storiografiche riguardanti sia il suo presunto martirio che il luogo della sua sepoltura, testimonianza della difficoltà nel ricostruire con precisione le biografie dei primi pontefici. La sua venerazione come santo persiste tuttora in varie località italiane, dove tradizioni popolari e celebrazioni mantengono viva la sua memoria.
Secondo quanto riportato nel Liber Pontificalis, nato a Roma, figlio di Costanzo, resse la sede per 4 anni, 3 mesi e 25 giorni. Fu coronato dal martirio. Fu vescovo al tempo di Claudio e Aureliano, dal consolato di Claudio e Paterno [269] a quello di Aureliano e Capitolino [274]. Decretò che la messa fosse celebrata sui monumenti dei martiri. Effettuò due ordinazioni di dicembre, 9 sacerdoti, 5 diaconi; per vari luoghi 5 vescovi. Costruì una basilica sulla Via Aurelia, dove fu sepolto il 30 maggio, al 2° miglio da Roma. Il vescovato rimase vacante per 5 giorni.
# San Felice I: Il 26° Papa della Chiesa Cattolica.
Felice I nacque a Roma in una data non precisata dalle fonti storiche, figlio di un uomo chiamato Costanzo, come riportato nel *Liber Pontificalis*. Di origini romane, la sua vita prima dell'elezione al soglio pontificio rimane largamente sconosciuta, come spesso accade per le figure ecclesiastiche dei primi secoli. La scarsità di documenti biografici è una caratteristica comune nella ricostruzione delle vite dei primi pontefici, rendendo difficile delineare con precisione i dettagli della sua formazione e del suo percorso ecclesiastico prima dell'elevazione al papato.
La sua ascesa al soglio di Pietro avvenne il 5 gennaio 269 d.C., succedendo a papa Dionisio. Questo periodo storico si colloca durante il regno dell'imperatore romano Aureliano, un'epoca di relativa stabilità per l'impero dopo anni di crisi, ma comunque caratterizzata da sfide significative per la comunità cristiana che, sebbene non sottoposta a persecuzioni sistematiche in quel momento, continuava a vivere in una condizione di precarietà giuridica e sociale all'interno della società romana.
Il pontificato di Felice I si svolse in un periodo significativo per la Chiesa primitiva, quando la comunità cristiana stava progressivamente consolidando la propria struttura organizzativa e dottrinale. Durante il terzo secolo, la Chiesa affrontava non solo le pressioni esterne della società romana predominante, ma anche sfide interne legate alla definizione della dottrina e all'unità della fede.
Il regno dell'imperatore Aureliano (270-275 d.C.), che coincise in gran parte con il pontificato di Felice, rappresentò un periodo di parziale stabilizzazione dell'impero dopo la crisi del terzo secolo. Sebbene Aureliano non sia noto come un persecutore sistematico dei cristiani, il suo governo mantenne la tradizionale diffidenza romana verso questa religione, considerata potenzialmente sovversiva verso i culti tradizionali dello stato.
Il pontificato di Felice I durò circa cinque anni, dal 5 gennaio 269 al 30 dicembre 274. Durante questo periodo relativamente breve, si distinse per alcune iniziative significative nel campo liturgico e dottrinale che hanno contribuito allo sviluppo delle pratiche della Chiesa primitiva.
Uno degli aspetti più rilevanti del suo pontificato riguarda l'istituzione della celebrazione di messe annuali sulle tombe dei martiri, come riportato nel *Liber Pontificalis* con la formula "Hic constituit supra memorias martyrum missas celebrare". Questa pratica rifletteva e formalizzava la venerazione dei primi cristiani per i martiri, considerati testimoni privilegiati della fede. Tuttavia, gli storici precisano che questo riferimento riguardava probabilmente la celebrazione privata dell'Eucaristia presso le tombe dei martiri nelle cripte delle catacombe, nota come "missa ad corpus", mentre le celebrazioni solenni nelle basiliche cimiteriali risalgono al IV secolo, quando furono edificate le grandi basiliche cimiteriali romane.
Un episodio significativo del pontificato di Felice riguarda la questione di Paolo di Samosata, vescovo di Antiochia deposto per eresia. Quando Felice successe a Dionisio, giunse a Roma il rapporto del sinodo di Antiochia che l'anno precedente aveva deposto Paolo per i suoi convincimenti eretici riguardo alla dottrina della Trinità. Sebbene non sia chiaro il ruolo specifico di Felice nella questione, fu durante il suo pontificato che l'imperatore Aureliano prese una decisione significativa: assegnare i beni immobili della chiesa di Antiochia a coloro che erano in comunione con la chiesa di Roma. Questo intervento imperiale nelle questioni ecclesiastiche rappresenta un precedente importante nelle relazioni tra Chiesa e potere politico.
La figura di San Felice I è circondata da numerose controversie storiche e agiografiche che ne rendono difficile una ricostruzione completamente attendibile. Una delle principali questioni riguarda il suo presunto martirio. Nonostante alcune fonti lo descrivano come martire, gli storici ritengono che questa attribuzione sia probabilmente errata. Il nome di Felice, infatti, nel IV secolo non fu iscritto nella *Depositio martyrum* (elenco dei martiri), ma nella *Depositio episcoporum* (elenco dei vescovi di Roma), indicando che la Chiesa primitiva non lo considerava un martire.
Un'altra incongruenza riguarda la data della sua commemorazione. Sia il *Liber Pontificalis* che il Martirologio Romano riportano erroneamente il 30 maggio come suo *dies natalis* (giorno della morte) invece del corretto 30 dicembre. Questa confusione è probabilmente dovuta a un errore di trascrizione: il compilatore del *Liber Pontificalis*, nel copiare la data dalla *Depositio*, avrebbe letto *III Kal.iun.* (terzo giorno prima delle calende di giugno) anziché *III Kal.ian.* (terzo giorno prima delle calende di gennaio).
Anche riguardo al luogo di sepoltura esistono discrepanze nelle fonti storiche. Secondo il *Liber Pontificalis*, Felice sarebbe stato sepolto al secondo miglio della Via Aurelia, in una basilica da lui stesso voluta ("Hic fecit basilicam in via Aurelia, ubi sepultus est"). Tuttavia, la *Depositio episcoporum*, considerata più attendibile, indica che fu sepolto nel cimitero di Callisto sulla Via Appia. Questa discrepanza potrebbe essere dovuta a una confusione con un martire di nome Felice sepolto sulla via Aurelia.
Le reliquie attribuite a San Felice I sono presenti in diverse località. Fonti indicano che reliquie insigni sono conservate nella chiesa di San Sisto sulla Via Appia a Roma, in un cofanetto murato nella parete sinistra.