Ha costruito tutta la sua carriera sul sacrificio e sulla durezza mentale, ha scalato qualsiasi montagna, ha superato qualsiasi infortunio, era il compagno che tutti avrebbero voluto. Questo è Nedad Markovic, attuale coach-Dinamo. Dietro a quell’aspetto un po’ burbero e serio, dietro a quel generale che sbraita, urla e si arrabbia, c’è il prototipo del coach moderno, maniacale, competente, tattico, ma all’occorrenza anche umano, capace di non avere vergogna ad abbracciare i suoi giocatori, capace di andare a salutare il pubblico, di bersi una Peroni con i giornalisti in sala stampa, di essere un martello con il cuore, di prendere il suo lavoro con enorme passione. Nei suoi primi allenamenti sembrava di assistere ad un “boot camp” dei marines.
Tyree si sedeva sulle panchine del PalaSerradimigni con le mani nei capelli, incredulo che potesse toccargli un allenatore del genere. È diventato come un padre, dopo il cambio punitivo del match con Cremona non è mai più uscito, è diventato un giocatore non un potenziale talento, è diventato un talento a servizio della squadra, vangelo sloveno della pallacanestro. Oggi i giocatori lo adorano, lo seguono e lo capiscono, lo shake in mezzo al gruppo a fine partita è un segnale inequivocabile del feeling che si è instaurato. Federico Pasquini lo conosceva da 10 anni, si è preso la responsabilità sulle spalle, lo ha scelto, lo ha voluto.
Ha puntato sulle persone, ha puntato su questo signore che si commuove parlando della famiglia, che non dice mai bugie, che non va in conferenza con le frasi costruite, che è trasparente sempre nel bene e nel male, che ha conquistato tutti.
Ha guardato partita dopo partita, ha usato la sosta per imprimere il suo verbo e per dare credito al suo lavoro e al valore dei ragazzi. Ha buttato giù come birilli Bologna, Venezia e Brescia, ha dato un’identità alla Dinamo, ha riacceso l’amore di Sassari per il Banco di Sardegna, il primo vero coach straniero della storia del Banco in serie A che si cala perfettamente nel contesto dell’isola e del suo popolo.