Laguna del Calich, la risposta del Ministero all'interrogazione di Giagoni e Zinzi: “Indagini in corso, ma molteplici fattori in gioco”

 Il Ministero dell’Ambiente ha risposto all’interrogazione presentata dall’On. Dario Giagoni (Lega) sulla Laguna del Calich, chiarendo che saranno avviate indagini sulle cause dei fenomeni verificatisi nell’area, ma sottolineando che la gestione e la conservazione del sito rientrano nelle competenze della Regione Sardegna e degli enti territoriali preposti.

Nella risposta ministeriale si evidenzia come la laguna del Calich rientri nei siti Natura 2000 ZSC Capo Caccia e Punta del Giglio e ZPS Capo Caccia, all’interno del Parco Regionale di Porto Conte, al quale la Regione ha affidato la gestione. Spetta dunque agli enti locali adottare le misure necessarie per la tutela ambientale, compresa l'attivazione di studi per individuare ed eliminare i fattori di pressione sugli habitat.

Secondo il Ministero, risulta ancora operativo il Contratto di Laguna del Calich, con il coinvolgimento di vari enti tra cui Comune, Parco di Porto Conte, Area Marina Protetta, Consorzio di Bonifica della Nurra e altri soggetti. Tuttavia, per quanto riguarda gli episodi di moria di fauna ittica, già verificatisi in passato in altri sistemi lagunari, si evidenzia la possibilità che siano dovuti a molteplici fattori ambientali.

In particolare, il TARPA Sardegna ha escluso responsabilità dirette evidenti nella moria di pesci registrata nell’ottobre 2024, pur segnalando un elevato carico trofico nello stagno. Successivi esami scientifici condotti dall’ARPA hanno individuato la presenza del batterio Photobacterium damselae, in grado di rimanere quiescente in condizioni sfavorevoli per poi riattivarsi in determinate situazioni ambientali.

Un ulteriore fattore di criticità è stato sollevato nell’estate 2023, quando il Parco di Porto Conte ha chiesto un monitoraggio straordinario a seguito degli sversamenti delle acque reflue depurate provenienti dall’impianto di Alghero. Le analisi dell’ARPA hanno confermato la presenza di fenomeni di proliferazione microalgale, già storicamente riscontrati nella laguna, la cui intensità varia nel tempo a seconda delle condizioni ambientali.

Tuttavia, nella risposta ministeriale si precisa che non vi è certezza assoluta che le alterazioni registrate nella fauna e nella colorazione delle acque siano direttamente collegate al depuratore. I dati trasmessi dalla Regione alla struttura ministeriale competente, in ottemperanza alla Direttiva 91/271/CEE, mostrano che il depuratore di Alghero, sito in località San Marco, serve 70.000 abitanti equivalenti con una capacità di progetto di 77.500 abitanti equivalenti. L’impianto è dotato di trattamento primario, secondario e terziario, con rimozione di azoto e fosforo, e i dati del 2022 indicano performance in linea con gli standard europei.

Il Ministero ha infine confermato che saranno effettuate indagini sulle cause dei fenomeni registrati nella laguna del Calich, per ridurne la frequenza e tutelare l’habitat naturale e le attività economiche della zona. Tuttavia, ha ribadito che l’adozione di misure strutturali rimane nelle competenze della Regione Sardegna e degli enti locali, che dovranno attuare monitoraggi accurati sulle acque confluenti e sullo stato della laguna.

La risposta ministeriale conferma dunque l’attenzione sul caso, ma chiama in causa le istituzioni territoriali affinché si proceda con azioni concrete per la salvaguardia del delicato ecosistema del Calich.

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