Campo Boe, l’ex CdA del Parco replica alla politica: “Memoria corta e scarsa onestà intellettuale”


Alghero, 26 marzo 2025 – Dopo il voto unanime del Consiglio comunale che ha chiesto la rimodulazione del progetto per il campo boe nell’Area Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana, si alza la voce dei protagonisti della passata gestione del Parco di Porto Conte. A parlare sono Raimondo Tillocca, Adriano Grossi e Pasqualina Bardino, membri dell’ex Consiglio Direttivo del Parco, che difendono la genesi del progetto e accusano la politica algherese di “memoria corta e scarsa onestà intellettuale”.

La nota è dura e diretta: “Il primo progetto fu finanziato dalla Regione Sardegna su richiesta del Direttivo allora presieduto da Gavino Scala, durante la consiliatura Bruno. Il secondo nel 2023, con fondi PNRR”, spiegano i tre ex membri. E non si tratta di progetti nascosti: “Sono stati inseriti in ben tre bilanci previsionali (2021-2023, 2022-2024, 2024-2026) e due variazioni di bilancio (2020-2022, 2023-2025). Le delibere – ricordano – furono votate favorevolmente anche dal capo dell’Amministrazione di allora, mentre l’opposizione non partecipava al voto. Solo nel 2023 si registrarono tre astensioni e nel 2024 quattro voti contrari, in prossimità delle elezioni comunali”.

La critica è netta: “Non comprendiamo le prese di distanza postume di chi oggi si mostra contrario ma allora aveva responsabilità politiche dirette, approvando in aula i documenti che contenevano il progetto”. Una stilettata che sembra rivolta in particolare a Mario Conoci, ex sindaco, che nei giorni scorsi aveva dichiarato di non essere mai stato coinvolto sul tema delle boe esterne all’AMP, e anche all’ex assessore Andrea Montis, che ha invece rivendicato il lavoro svolto, pur chiedendo oggi un riequilibrio. “Non c’è da vergognarsi – scrivono Tillocca, Grossi e Bardino – se qualcuno ha votato consapevolmente i campi boa. All’epoca riteneva preminente l’obiettivo ambientale. Così come non c’è da vergognarsi se oggi ha cambiato idea. Ma lo si dica con onestà, senza ipocrisie”.

In un passaggio che sintetizza tutto il loro disappunto, gli ex componenti del CdA parlano apertamente di uno “scaricabarile messo in campo da alcuni ex amministratori”, volto più a cercare consensi che a fare chiarezza. E concludono con una riflessione che suona anche come un monito alla politica: “In politica, come nella vita, l’onestà intellettuale non è un optional.

La presa di posizione dell’ex direttivo del Parco riaccende dunque una polemica mai sopita. Dopo che il Consiglio comunale ha chiesto formalmente la rimodulazione, con un appello unanime e bipartisan, ora si fa i conti con il passato, con le carte, con i verbali, e con le responsabilità – tutte – politiche e amministrative.

Mentre l’assemblea straordinaria del Parco si avvicina, e la città continua a interrogarsi su un progetto finanziato, avviato e oggi rimesso in discussione, le parole di Tillocca, Grossi e Bardino impongono un ritorno alla realtà documentale, lontano da slogan e amnesie selettive. Perché se davvero si vuole rimodulare, occorrerà farlo con verità, metodo e responsabilità, anche verso ciò che è stato deciso e votato, non dieci anni fa, ma appena l’altro ieri.

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