Nel pieno della bufera politica, con le accuse incrociate tra comitati, maggioranza e opposizione, si inserisce una nuova voce: quella del gruppo Podemos, per bocca del presidente Gianni Cherchi. La formazione interviene nel dibattito con toni meno incendiari ma non meno critici, offrendo un’alternativa concreta al progetto del treno a idrogeno e invitando tutte le forze politiche ad abbandonare “l’accapigliarsi sterile” in favore di un lavoro comune per il bene del territorio.
“Alcuni illustri personaggi — scrive Cherchi — pur avendo ruoli importanti nella gestione della cosa pubblica, si arrendono perché ormai non c’è più tempo. Quindi smettiamo di lottare?”, domandano polemicamente. Podemos rifiuta questa logica e rilancia: il progetto, così com’è concepito, comporterebbe un impatto devastante sulle campagne e sulla vita di numerosi agricoltori. Per questo motivo propone di concentrare gli sforzi e i finanziamenti su un’altra soluzione.
L’idea è quella di investire sul riammodernamento e sulla velocizzazione della tratta ferroviaria esistente Sassari-Alghero, riducendo i tempi di percorrenza dagli attuali 40 minuti a 20-25 minuti. Una linea che, secondo Cherchi, non dovrebbe fermarsi alla stazione di Sant’Agostino, come previsto dal progetto attuale, ma essere prolungata fino a Calabona, attraversando l’abitato algherese come un tempo.
Per il collegamento con l’aeroporto, Podemos propone di realizzare una stazione di scambio in prossimità di Olmedo o Mamuntanas, da cui partirebbe una bretella diretta all’aerostazione, percorribile in 8-10 minuti: un tragitto comparabile, sottolineano, a quello che si impiega all’interno di un grande hub aeroportuale come quello di Roma.
“La Sardegna ha bisogno di ingegneri e tecnici che non pensino solo al tornaconto professionale ma a un progetto straordinario che migliori davvero la vita delle persone”, conclude Cherchi, con un invito nemmeno troppo velato a rimettere in discussione il progetto in corso e a non accettarne l’irreversibilità come un destino già scritto.