Ah, il venerdì 17! Quel giorno che fa tremare le ginocchia a chiunque abbia un calendario e una tendenza alla superstizione. In molti paesi, tra cui l'Italia, questo giorno è visto come il non plus ultra della sfortuna. Al sud, poi, lo considerano praticamente una maledizione ambulante.
Evitano di iniziare progetti, viaggiare, e forse persino di alzarsi dal letto. Ma da dove viene questa paura?
Le origini sono nebulose come una giornata di nebbia a Londra. Una teoria è che il numero 17, scritto in numeri romani (XVII), possa essere rimescolato per formare la parola "VIXI", che in latino significa "ho vissuto", un chiaro riferimento alla morte. Un'altra si ricollega alla fine dell'Impero Romano d'Occidente, che non è esattamente stato un evento da festeggiare con coriandoli.
Questa superstizione, priva di ogni fondamento logico, ha effetti sorprendentemente concreti. C'è chi rimanda viaggi, chi non inizia nuovi progetti, e chi rimanda addirittura il matrimonio! Immaginate rinunciare alla luna di miele perché il calendario non è d'accordo.
E pensare che la paura del venerdì 17 potrebbe limitare le azioni e le opportunità. Per non parlare dello stress e dell'ansia che provoca, come se non avessimo già abbastanza di cui preoccuparci. Senza dimenticare le discriminazioni: sei nato un venerdì 17? Ah, poverino, non ti auguro niente, non si sa mai.
Ecco alcuni esempi pratici: un uomo che rinvia l'inizio di un nuovo lavoro, un'azienda che rimanda il lancio di un prodotto, amici che posticipano un viaggio. Tutto perché un giorno ha deciso di essere più maledetto di un gatto nero che attraversa la strada.
In conclusione, il venerdì 17 è un'ottima scusa per chi cerca un motivo per procrastinare.
Ma ricordate, è solo una superstizione, non una sentenza di sfortuna. O forse, in fondo, è solo un modo per aggiungere un po' di pepe nella routine di tutti i giorni. Buon venerdì 17 a tutti, e attenti a non inciampare!