È notte a Sassari. Un gabbiano reale giace sotto casa, una zampa rotta, incapace di volare. Una ragazza, determinata a salvare la creatura, si trova a combattere non solo contro le ferite del malcapitato pennuto, ma contro un sistema che sembra aver perso ogni senso di umanità.
"Telefono come da prassi il 112 che mi dirotta verso i vigili del fuoco che mi dirottano, a loro volta, verso la forestale," racconta la ragazza. E così inizia il suo calvario. La caparbietà di una cittadina contro la macchina burocratica e l'indifferenza.
Al telefono con la forestale incontra sarcasmo e scherno: "Mi prende in giro per avere utilizzato una parola inadatta per descrivere l'animale come se dovessi essere necessariamente essere una veterinaria per salvare una creatura indifesa".
Ma è il commento successivo che svela la cruda realtà di un'etica corrotta: "Ci sono tantissimi gabbiani, ci sono altre priorità."
Il cinismo di queste parole riecheggia un concetto disumano, come se la vita di una creatura fosse irrilevante davanti all'abbondanza della specie. Francesca risponde con una verità incontrovertibile: "Anche di essere umani ce ne sono tanti, ma non per questo non si deve provare a salvare quello in fin di vita."
La notte prosegue, e con essa l'odissea. Chiamate a veterinari reperibili senza risposta, la clinica veterinaria di Sassari che si dichiara impotente. Le viene suggerito di portare il volatile a Bonassai da sola, come se le istituzioni potessero lavarsi le mani di fronte a una vita in pericolo.
Ma non si arrende. Dopo ore di telefonate notturne, trova finalmente un'associazione di volontari esperti in fauna selvatica. "Stamane hanno preso il cucciolo e l'hanno portato con sé, al riparo dai pericoli della strada e pronto a ricevere un'assistenza adeguata come merita."
Anni fa, ad Alghero, la ragazza aveva vissuto un'esperienza simile, ottenendo solo indifferenza. Questa volta, ha giurato di non accettare un'altra sconfitta. "Ho un talento naturale che è quello di rompere fino all'infinito quando si tratta di ingiustizie e indifesi... Fino a quando non ottengo un po' di giustizia e di sano comportamento civile nei confronti di un essere vivente."
L'indifferenza delle istituzioni non è solo una mancanza di professionalità, ma una ferita aperta nel tessuto morale della società.
Questa storia ci ricorda che ogni vita, umana o animale, merita rispetto e protezione. È un richiamo alla nostra responsabilità collettiva di non voltare le spalle di fronte alla sofferenza, di non lasciarci anestetizzare dal cinismo e dall'apatia. La determinazione della ragazza è una lezione di civiltà, un esempio di come dovremmo tutti agire di fronte all'ingiustizia.