Punta Giglio, il Comune verso l’acquisizione: Fratelli d’Italia chiede chiarezza sul prezzo dei terreni

ALGHERO – L’iter per l’acquisizione da parte del Comune di circa 200 ettari di terreni a Capo Caccia e Punta Giglio, proprietà della Borgosesia Real Estate S.p.A., ha registrato a metà marzo una svolta con il via libera definitivo al finanziamento regionale. Ma mentre l’amministrazione Cacciotto si avvia verso la chiusura della trattativa, con la gestione affidata al Parco naturale di Porto Conte, in Consiglio comunale si alza la voce dell’opposizione.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Cocco, ha depositato un’interrogazione dettagliata per chiedere conto della congruità economica dell’operazione. Al centro delle critiche, il prezzo fissato per l’acquisto: 400.000 euro, cifra che, secondo Cocco, sarebbe “superiore di almeno 80mila euro alla stima effettuata da un consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Sassari nel 2022”, nell’ambito di un contenzioso tra GEA Srl (riconducibile alla stessa Borgosesia) e la Regione Autonoma della Sardegna.

Sull’operazione continuano ad emergere zone d’ombra – afferma Cocco –. La perizia depositata agli atti parla chiaro: il valore stimato con criteri trasparenti, senza ipotesi di valorizzazione edilizia o turistica, si ferma a 320.000 euro. E se si applicano i valori agricoli EXEO 2021, si scende addirittura a 154.000. È inaccettabile che l’assessore al Demanio non abbia disposto una nuova perizia prima di portare in aula la delibera n. 71 del 30 settembre 2024.”

La delibera in questione ha impegnato 250.000 euro dal bilancio comunale – pari al 50% del valore complessivo – integrati da 200.000 euro provenienti dai fondi PR-FESR 2021-2027 destinati al Parco di Porto Conte. Ma, secondo il consigliere di opposizione, il blocco di queste risorse sarebbe avvenuto “senza alcuna certezza sull’esito finale del procedimento e, soprattutto, senza una verifica tecnica sul valore reale dei beni”.

Cocco pone una serie di quesiti precisi all’assessore Daga: su quale base giuridica ed economica è stato fissato il prezzo d’acquisto? È stata acquisita una nuova perizia? I Revisori dei Conti sono stati coinvolti nella valutazione di congruità? E ancora: perché si è scelto di congelare fondi comunali che potevano essere destinati a opere in corso, come la palestra geodetica, senza avere un contratto definitivo firmato?

Il consigliere di Fratelli d’Italia non risparmia l’affondo politico: “Se davvero questa è un’operazione trasparente e virtuosa, come raccontato a mezzo stampa, allora l’assessore non avrà difficoltà a fornire risposte puntuali, atti alla mano. Diversamente, sarà chiaro che ci si è mossi sulla base di valutazioni arbitrarie, con il solo scopo di tranquillizzare un privato venditore”.

L’assessore Enrico Daga, più volte chiamato in causa, ha finora difeso l’operato dell’amministrazione ricordando che l’iter era fermo in attesa del nullaosta regionale e che l’obiettivo dell’acquisto è garantire la tutela pubblica di un’area vincolata e inserita nella rete Natura 2000, da anni oggetto di contese e speculazioni. Con la Determina n. 313/2025, la Regione ha ufficializzato l’assegnazione dei fondi, sbloccando l’ultima fase della trattativa.

Ma la polemica non accenna a placarsi. “Serve chiarezza – incalza Cocco – e trasparenza sui numeri. È doveroso sapere se il Comune sta pagando più del dovuto per un’area che, per stessa ammissione degli atti tecnici, non ha alcuna destinazione economicamente produttiva. La trasparenza si misura sulla carta, non negli annunci”.

L’interrogazione sarà oggetto di discussione nella prossima seduta del Consiglio comunale. Intanto, la macchina amministrativa va avanti. Il traguardo dell’acquisizione, atteso da mesi, è vicino. Ma sul percorso, ora, si addensano le ombre delle cifre.

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