Un viaggio attraverso la Storia d'Italia: La lupa e i gemelli - Alle origini del mito

Cari lettori, 

  Iniziamo oggi un lungo viaggio attraverso la storia d’Italia, un racconto che ci porterà dalle nebbie del mito fino agli albori della modernità. L’Italia, terra di artisti, santi, navigatori e – diciamocelo – anche di qualche furbo intraprendente, ha una storia tanto ricca e affascinante quanto complessa. La nostra penisola ha visto nascere imperi, crescere città e sgretolarsi poteri. È stata il teatro di grandi conquiste e di altrettanto grandi cadute, ma sempre con quel tocco di originalità che solo il Bel Paese sa offrire. Questa rubrica a puntate, che abbiamo deciso di inaugurare sulla nostra testata online, si propone di raccontarvi la storia d’Italia come forse non l’avete mai letta prima. Viaggeremo indietro nel tempo per esplorare le vicende che hanno formato il carattere di questa nazione, non limitandoci a date e nomi, ma cercando di capire il “perché” e il “come” dietro ogni grande evento. Ogni settimana, pubblicheremo un nuovo capitolo di questa avventura, seguendo le orme di Romolo e Remo, passando per le glorie dell’Impero Romano, e continuando attraverso il Medioevo, il Rinascimento, fino ai giorni nostri. 

  Ci soffermeremo sui grandi personaggi, ma daremo anche voce a quelli meno noti, perché la storia non è fatta solo dai re e dai condottieri, ma anche dai contadini, dagli artigiani, e da tutte quelle persone che, con la loro vita quotidiana, hanno contribuito a costruire ciò che oggi chiamiamo Italia. Vi invitiamo quindi a seguirci, a leggere e a discutere insieme a noi. Sarà un percorso lungo, ma ne varrà la pena. Perché l’Italia non è un Paese normale. Gli italiani sono sempre pronti a distruggere il loro passato, a mistificarlo, e poi a rimpiangerlo. E noi, con questa rubrica, vogliamo aiutarvi a ricordare, a capire, e forse anche a riscoprire un po’ del nostro passato comune. Preparatevi dunque: il viaggio sta per cominciare. E noi saremo qui, ogni settimana, per accompagnarvi attraverso le epoche e le storie che hanno fatto dell’Italia la nazione che è oggi. Buona lettura, e buon viaggio!

Capitolo 1: La Lupa e i Gemelli - Alle origini del Mito

  Roma, si sa, non fu fondata da ingegneri o strateghi, ma da una leggenda. E che leggenda! Una storia che affonda le radici in una mistura di mito e realtà, di nobili bugie e cruda verità, come solo i Romani sapevano raccontare. Tutto comincia con una cesta di vimini che galleggia placidamente sul Tevere. Dentro, due gemelli appena nati, abbandonati al loro destino da un re che, evidentemente, sapeva già che la politica, per essere efficace, deve anche essere spietata. I gemelli, Romolo e Remo, scivolano lungo il fiume, ma invece di essere inghiottiti dalle acque – come sarebbe successo a qualsiasi altro neonato senza santi in paradiso – vengono dolcemente deposti sulla riva. Ed ecco che entra in scena la protagonista indiscussa della storia: la lupa. Ora, nell'immaginario collettivo, questa lupa è un animale nobile, quasi mistico, che allatta e protegge i due fratelli. Ma la realtà, o almeno ciò che possiamo intuire tra le righe della leggenda, è molto meno romantica. “Lupa”, in quel contesto, non era altro che un eufemismo per indicare una prostituta. Così, quella che la tradizione ci presenta come una bestia compassionevole, era molto probabilmente una delle tante donne che vivevano ai margini della società, abituate a sopravvivere in un mondo dove la compassione era merce rara. E così, Romolo e Remo vengono allevati da questa donna, che per loro diventa madre e protettrice. Crescono forti, coraggiosi, ma con un carattere temprato dalla dura realtà. 

  Non sono principi di sangue blu, ma figli della strada, o meglio, del fiume e della lupa. E proprio questa loro origine li rende ciò che sono: due giovani ambiziosi e determinati a farsi strada in un mondo dove solo i più forti sopravvivono. Ma come spesso accade tra fratelli, soprattutto quando c'è di mezzo il potere, la convivenza pacifica ha vita breve. Decidono di fondare una città lì dove il fiume li ha deposti, ma subito nasce il dissidio: chi dei due sarà il re? Il destino della città viene deciso da un gioco crudele. Remo, per sfidare il fratello o forse solo per prendersi gioco di lui, salta il solco sacro che Romolo aveva tracciato per delimitare il futuro perimetro della città. Romolo, che non è tipo da tollerare né scherzi né insubordinazioni, lo uccide con un colpo secco. Così, senza troppi complimenti, nasce Roma: nel sangue di un fratricidio. Romolo, ora unico re, si trova a governare una città che ancora non esiste, popolata solo da pastori e fuorilegge. Ma questo piccolo gruppo di disperati, grazie alla guida di Romolo, comincia a crescere e a trasformarsi. Roma non è solo un agglomerato di capanne, è già un’idea, una visione. 

  La visione di una città che si imporrà con la forza, con la determinazione, e se necessario, con la violenza. Romolo, il fondatore, sa bene che per costruire qualcosa di grande non basta la forza fisica. Serve astuzia, serve capacità di manipolare le leggende, di trasformare la realtà in un mito. E così, il re di Roma non è solo un leader militare, è anche un abile narratore. Trasforma l’uccisione del fratello in un atto necessario, un sacrificio richiesto dagli dei per garantire la grandezza della città. E i Romani, un popolo che amava credere nelle proprie favole, accettano questa versione della storia. Roma nasce così, da un omicidio fraterno e dalla cura di una lupa che, probabilmente, non era affatto una lupa. Ma è proprio questa fusione di cruda realtà e mito che rende la storia di Roma tanto affascinante e immortale. Perché, in fondo, la forza di Roma sta tutta qui: nella capacità di trasformare gli uomini in eroi e i crimini in gesti necessari per il bene comune. Romolo l’aveva capito: Roma non sarebbe stata solo una città, ma il fulcro di una storia che avrebbe segnato per sempre il destino del mondo.

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